Disabili e bonus fiscale

0 Pubblicato da Gio, 07 Settembre 2000, 09:27

Quello del “bonus fiscale” è stato negli ultimi 15 giorni uno degli argomenti “caldi” su stampa e telegiornali.

Di cosa si tratta? Il Governo si era impegnato a restituire l’eventuale eccesso del prelievo fiscale degli ultimi due anni. Sembra che ora questo cifra ammonti a 15.000 miliardi di lire anche se la tale eccesso non è stato definito con precisione.
Non appena si è profilata la reale intenzione di restituire tale cifra, tutte le parti sociali (Sindacati e Confindustria) e i partiti sono intervenuti suggerendo diverse ipotesi di restituzione.
La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap interviene nel dibattito proponendo una soluzione inedita e “fuori dal coro”, che merita la dovuta attenzione.
Riportiamo quindi volentieri la Lettera aperta inviata dalla FISH al Governo, ai Partiti e ai Gruppi Parlamentari, invitando chi la approvi, a diffonderla nei modi che ritiene più opportuni.

Un cordiale saluto

Carlo Giacobini
Resp. Centro per la Documentazione Legislativa
Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare
Direzione Nazionale

Lettera aperta al Governo, ai Gruppi Parlamentari, ai Partiti politici

Nelle ultime settimane è diventato sempre più acceso e diffuso il dibattito sul dividendo fiscale e sulla sua destinazione.
Tutte le parti sociali e i partiti si sono espresse in modo diverso indicando la destinazione di quei 15.000 miliardi (cifra variabile a seconda delle versioni); l’ipotesi che si sta consolidando in queste ore è che il bonus fiscale sia destinato alla famiglie diminuendo le aliquote IRPEF.
La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, che raggruppa le principali associazioni delle persone con disabilità, esprime una sua specifica posizione: si deve prestare attenzione alle persone più disagiate e agli interventi strutturali e di sistema che possano migliorare la qualità della vita dei cittadini più deboli.
Sicuramente è apprezzabile l’intenzione di riconoscere un beneficio fiscale alle famiglie italiane, ma questa ipotesi non avrà alcuna ricaduta positiva sulle persone che non hanno reddito oppure dispongono di un reddito talmente basso da non presentare alcuna denuncia dei redditi. Non comprendere questo significa dimenticare il milione e mezzo di famiglie che vivono sotto la soglia di povertà, significa scordarsi degli anziani che sopravvivono con la pensione sociale o i disabili che possono contare solo sulla pensione di invalidità. Il primo suggerimento è quindi di destinare una parte del bonus per aumentare le pensioni sociali e le pensioni di invalidità (che oggi sono di 400 mila lire al mese).
Le nostre città, nonostante gli interventi per il Giubileo, sono ancora notevolmente invivibili per le persone anziane e con disabilità; barriere architettoniche lungo percorsi pedonali e negli edifici pubblici rendono impossibile la reale partecipazione alla vita sociale, culturale e produttiva a migliaia di persone. Investire in queste opere significa migliorare la qualità della vita di tutti, senza considerare il fatto che questi “micro-interventi” darebbero lavoro a centinaia di piccole imprese.
Esistono poi molte disposizioni a favore delle persone disabili che non sono adeguatamente finanziate. Tanto per citarne alcune ricordiamo la legge quadro per l’handicap (L. 104/1992) che dovrebbe garantire l’integrazione sociale per i disabili, oppure la Legge 162/1998 che indica interventi “possibili” per le persone con handicap gravissimo.
Ancora: una legge del 1989 (la 13) concede contributi per l’eliminazione delle barriere architettoniche nelle abitazioni, ma dal prossimo anno non è prevista nessuna copertura finanziaria.
Nel 1999 è stata approvata una norma (la Legge 68/1999) che fissa le nuove regole per l’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro. E’ prevista, fra l’altro, la costituzione di uno specifico fondo cui le aziende possono attingere per adattare i luoghi di lavoro alle nuove esigenze. Questo fondo è tuttavia solo virtuale perché dovrebbe essere costituito e incrementato con le sanzioni versate dalle aziende inadempienti. Finanziare da subito questo Fondo può favorire le aziende e indirettamente i lavoratori disabili.
Alla fine di luglio il Governo ha approvato un buon “Programma di azione per le politiche dell’handicap” per il 2000-2003 che dovrà essere presentato alle Camere. Si tratta di un piano estremamente impegnativo che investe tutti i settori della vita sociale: scuola, lavoro, assistenza, tempo libero. La copertura finanziaria di questo programma non può certo
essere ricercata nei proventi di qualche lotteria.
Ci chiediamo poi se visti tutte le delicate competenze che il Ministero per la Solidarietà sta assumendo, non sia giunto il momento di costituire uno specifico Fondo Sociale Nazionale (al pari del Fondo Sanitario Nazionale).  Questo trasformerebbe il Dipartimento per gli affari sociali in un Ministero con portafoglio al pari dell’omologo francese, britannico o tedesco.
La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap rimane a disposizione del Governo e dei Gruppi Parlamentari per una più compiuta elaborazione di proposte la cui attuazione riteniamo, oltre che sostenibile, doverosa.

Distinti saluti
Pietro V. Barbieri
Presidente Nazionale FISH
Roma 7 settembre 2000
Per ulteriori informazioni contattare il numero 06/512266