PROBLEMATICHE E POSSIBILITÀ EDUCATIVE
DEI SOGGETTI AUTISTICI
Ida Basso – Romeo Lucioni
AUTISMO, SCUOLA E FORMAZIONE CONTINUA
La complessità della società moderna impone, all’inizio del terzo millennio, un approccio differente di fronte alla cultura, all’educazione ed alla necessità di formazione poiché ha portato a dover affrontare seriamente anche il tema della casualità che ancora sembra sfuggirci o cerchiamo, istintivamente, di allontanarlo dalla nostra struttura mentale.
Resta poi la difficoltà derivata dal continuo e, a volte, assillante esplodere delle conoscenze che progredisce vertiginosamente con la concorrenza tra stampato e telematico che prospetta la possibilità, quasi megalomanica, di arrivare a diffondere le nuove idee nel momento stesso in cui si producono o, addirittura, si stanno progettando.
Tutti possiamo sperimentare che la conoscenza si trasforma nel giro ormai di pochi mesi proprio perché siamo sempre più abituati ad ampliare la ricerca in vari paesi (informazione globale) ed anche ad aspettarci di trovare editato proprio ciò che si sta ancora dibattendo.
Solo una apertura mentale che permetta l’accettazione di diversi punti di vista e l’accoglimento di esperienze multidisciplinari (con il conseguente dilatarsi della cultura) può sviluppare unperfezionamento continuo.
Sotto tali imputs la formazione diventa formazione continua e solo questa può aspirare ad essere considerata formazione integrale di qualità.
L’educazione, quindi, come paradigma di sviluppo e di crescita , basa ormai la sua qualità fondamentale sulla circolazione del conoscere e ogni Centro Educativo, di qualsiasi livello, deve costituirsi, in questo contesto, come scenario critico e di dibattito.
Quando si affronta un autistico (disturbo pervasivo dello sviluppo) bisogna ricordare che si tratta di un disabile grave, lavorando con il quale non si possono aspettare risposte scontate o automatiche, né riferibili ad auto-apprendimento.
PROBLEMI DA AFFRONTARE
difficoltà a motivare il disabile
disturbi comportamentali
ritiro autistico
ipercinesie
crisi di frustrazione con: ipertono
pianto
grida
instabilità
agitazione
irrequietezza
irritabilità
uso ossessivo, indiscriminato e afinalistico degli oggetti
imposizione della propria presenza che presuppone il desiderio di distogliere compulsivamente l’altro dalla sua occupazione
attenzione centrata su ciò che ha scelto senza rispettare il significato dell’informazione globale che viene dal setting
difficoltà a strutturare autonomie
impossibilità di apprendere dall’esperienza
scarsissima motivazione a comunicare (espressione e comprensione) poiché manca una corretta intenzionalità relazionale
assenza di mimica, gestualità e sguardo diretto
condotta di evitamento e di chiusura relazionale
LAVORO DI RETE:
Scuola – Consiglio d’ Istituto, Consiglio di Classe, insegnanti curriculari e di sostegno
Centro di informazione e di sostegno per l’handicap
Genitori
ASL
Comune – obiettore di coscienza o altro sostegno
Centro specializzato per la terapia
Associazioni di volontariato sociale
OBIETTIVI DEL LAVORO DI RETE:
terapia: raggiungimento dei pre-requisiti per l’inserimento nella scuola e supporto alle famiglie
sostegno: acquisizione di pre-requisiti scolastici per l’inserimento nella classe
supporto all’handicap: erogazione di formazione e di aiuto ai docenti ed ai famigliari
genitori: disponibilità ed assoluto supporto al lavoro di rete
volontariato: disponibilità all’inserimento sociale e aiuto per la realizzazione degli obiettivi (trasporto, ecc.)
ASL e Istituzioni: aiuto sugli obiettivi
LUOGHI E TEMPI DI LAVORO:
nel centro per la terapia
nella scuola
nel doposcuola
negli spazi sociali
MODALITÀ DI ATTUAZIONE
presa in carico globale (non assistenziale, né terapeutica, ma educativa)
valutazione individualizzata:
età cronologica
linguaggio
psicomotricità
disegno spontaneo
tenuta
iniziativa
individuazione di aree di intervento per stilare un programma educativo
NEL LAVORO CON GLI AUTISTICI
RICORDARE:
gli affetti circolano meglio dei concetti;
bisogna tenere sotto controllo il funzionamento psichico:
notare i moti affettivi
riconoscere come fatti ordinari diventino motivo di reazioni inspiegabili;
mantenere un’attenzione tenace alle sfumature, ai piccoli segni, agli spostamenti anche inavvertiti degli oggetti;
avvertire situazioni esterne, interne o transferali per sottolineare le emozioni che provocano l’isolamento;
essere propositivi e direttivi (senza titubanze) senza accettare capricci o imposizioni esagerate;
non accettare né sottovalutare espressioni autolesive o aggressive: usare il NO
ricordare che, ogni qual volta l’autistico cerca di uscire dal suo stato, le parti più primitive e vulnerabili dell’Io entrano in contatto con oggetti e con le altre parti più robuste, determinando uno stato di estrema delicatezza e vulnerabilità;
l’autistico ha preclusa, in sé, la capacità di simbolizzare per cui deve sempre tornare all’esperienza concreta per creare proto-pensieri e/o pensieri;
in questi bambino è cruciale il sentimento di trovarsi di fronte ad un Altro Onnipotente; a qualcuno “immensamente forte” che determina la sensazione profonda ed angosciante della possibilità di essere “annientato”.
LA SCUOLA E L’AUTISMO
PRESUPPOSTI TEORICI
lo sviluppo cognitivo presuppone una adeguata crescita delle funzioni psico-mentali supportate dalla relazione e dalla socializzazione;
il compito educativo-formativo risulta arduo se non sono stati raggiunti precisi pre-requisiti attraverso una adeguata terapia;
lo sforzo educativo deve integrarsi in un lavoro compartecipato con la famiglia, le istituzioni e l’intervento terapeutico.
FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI
essere allenati ad una osservazione clinica per ricercare le necessità sulla base di una valutazione diagnostica strutturale e funzionale;
cercare le migliori strategie su base relazionale che permettano lo sviluppo dell’autocoscienza e dell’autovalorizzazione;
disegnare interventi finalizzati alla stimolazione sensomotoria, all’integrazione emotivo-affettiva, al sostegno ed al raggiungimento di una autonomia personale e sociale;
“aprire le porte al cognitivo” attraverso l’acquisizione di:
senso di sé e delle proprie potenzialità funzionali;
autosoddisfazione (giocare per giocarsi!)
autocoscienza ed autovalorizzazione;
sviluppare ed armonizzare il contesto perché risulti mediatore di cultura nello sviluppo affettivo, sociale e cognitivo;
porre enfasi sulle potenzialità psico-mentali (meccanismi psichici) e sulle competenze cognitive (strategie di apprendimento) come mezzi per raggiungere l’autonomia e risaltare le potenzialità;
conquistare e sviluppare i processi cognitivi insiti nell’autonomia personale e sociale e nella qualità di vita.
Il “mestiere” di insegnare non è facile e occorre esercitarlo:
con disponibilità
con gratificazione
ricordando il fine (cosa si vuole ottenere)
ed il metodo (come ottenerlo)
cercando di adeguarsi alle esigenze di ogni alunno
procedere per nodi e per mappe, in cui il prima ed il dopo abbiano un significato di “diversità“
attuando una didattica di percorsi (preparati e studiati) che prevedano anche cambiamenti di “sceneggiatura“:
accogliendo i suggerimenti espliciti ed impliciti degli alunni;
intervenendo a proporre e a determinare cambiamenti di quelli da loro proposti.
Attraverso la ricerca di soluzioni didattiche concrete, modificabili, creative ed interattive è importante:
cercare sempre di:
attirare e dirigere l’attenzione
stimolare la tenuta
sviluppare l’iniziativa
accrescere la conoscenza
favorire la memorizzazione
coordinare l’apprendimento
sottolineare i successi con la gratificazione.
evitare:
la noia;
la perdita di novità e di prospettiva (c’è sempre qualcosa di nuovo)
la pigrizia
la delusione
la rinuncia
attraverso soluzioni didattiche concrete, modificabili, creative ed interattive.
LA CREATIVITÀ
La creatività nell’insegnamento rispecchia la realizzazione duttile ed interattiva di un percorso che non perda di vista gli obiettivi; comporta l’uso di strumenti “rigorosi” sulla base di una “… appropriazione profonda delle competenze” e di un raggiunto equilibrio tra norma e trasgressione.
Non è l’obiettivo dell’insegnamento, ma uno dei mezzi per raggiungerlo e necessita di:
rimozione di insicurezze, paure, proiezioni, emozioni ed affetti negativi;
capacità di combinare modelli diversi (teoria di Vigotsky);
possibilità di accettare la sfida cognitiva di situazioni-problema: pensiero produttivo (concezioni neo-piagetiane).
Valutazione, in termini formativi e sommativi, per strutturare:
capacità di crearsi un repertorio di modelli testuali e di strategie comunicative da utilizzare in contesti differenti;
capacità di sperimentare e di cimentarsi;
soddisfazione nel risolvere situazioni-problema.
L’alunno diventa un costruttore attivo di un apprendimento individualizzato e collaborativo, favorito dalla flessibilità: gioco-studio-lavoro
utilizzando:
scrivania personale;
luoghi finalizzati all’educazione.
determinando un rapporto che:
crea un modello di identificazione psicologica con il docente (O.K.);
raggiunge una consapevolezza epistemica;
acquista competenza “narratologica”.
Sviluppando:
autovalutazione;
autovalorizzazione.
LA SCUOLA NEI CONFRONTI DEGLI AUTISTICI
Può godere di situazioni favorevoli:
diagnosi precoce
terapia adeguata ed iniziata al più presto
lavoro di rete (supporti ed interventi protesici)
genitori attivi e collaboranti
valide strutture (ambienti adeguati ad un lavoro autonomo di stimolazione sensomotoria e di integrazione emotivo-affettiva)
Deve adeguarsi a situazioni sfavorevoli:
imposizione di un funzionamento prescrittivo rigido
limitazioni ed insufficienze per un apprendimento naturale
mancato sviluppo delle potenzialità psico-mentali sulla base di una scarsa maturazione strutturale e funzionale (destrutturazione della coscienza e impossibilità alla rappresentazione simbolica).
Valuta i risultati tenendo conto di:
strutturazione e rispetto del metodo
pianificazione delle attività
integrazione delle diverse figure educative
relazione con il Centro per la terapia specifica per il controllo del raggiungimento dei pre-requisiti per l’inserimento nella scuola
interazione con il Centro di Sostegno Handicap
valutazione dei risultati su obiettivi parziali di integrazione e di socializzazione
controllo del raggiungimento dei pre-requisiti
PREREQUISITI PER L’INSERIMENTO SCOLASTICO
DEVONO ESSERE RAGGIUNTI MEDIANTE L’INTERVENTO TERAPEUTICO
CAPACITÀ DI
relazione con diverse figure di riferimento
integrazione in piccoli gruppi di coetanei
tenuta sul lavoro
concentrazione sugli obiettivi
possibilità di cambiamento delle attività e degli esercizi
sviluppo psicomotorio (coordinare i movimenti, correre, saltare, ecc.)
controllo dei bisogni fisiologici
INSERIMENTO SCOLASTICO:
A- inserimento nella scuola
B- inserimento nella classe
A – Nel primo anno è fondamentale favorire un corretto inserimento nella scuola abituando il bambino a rispettare le regole, a lavorare, ad avere tenuta sui compiti, ad integrarsi nel gruppo dei coetanei.
Tale lavoro è svolto principalmente dall’insegnante di sostegno che deve stabilire con il disabile un rapporto diretto, fungere da “Io-ausiliario” e quindi essere punto di riferimento ed “O.K.” – ponte affettivo per poter sviluppare le potenzialità ed acquisire le capacità affettivo-relazionali e cognitivo-intellettive
La relazione comincia con una sola persona (insegnante di sostegno) nell’edificio scolastico.
SVILUPPARE:
apprendimento naturale , quello cioè generato spontaneamente dal contesto sociale;
situazioni favorenti l’acquisizione di contenuto e di significati;
attività spontanee come:
gioco che guida atteggiamenti esplorativi e di verifica della realtà e delle potenzialità individuali;
imitazione che favorisce l’emulazione dei modelli;
narrazione che valorizza la relazione e stimola la memorizzazione.
uso di esercizi intrapresi con:
spirito ludico (fattore b)
sfida intellettuale (fattore c)
per creare strategie testuali sempre più complesse e combinabili (fattore a).
OBIETTIVI:
1- raggiungere l’autonomia
lavarsi le mani, i denti, il viso
vestirsi da solo
allacciarsi le scarpe (fare nodi)
attraversare la strada da solo
usare le forbici
incollare
usare la cucitrice
leggere l’ora sull’orologio
conoscere il significato e l’uso dei soldi
saper accompagnare e aiutare a fare la spesa
abituarsi all’uso dei mezzi pubblici (scuolabus, tram, metropolitana, ecc.)
2 – sviluppare l’autocoscienza e l’autovalorizzazione
dire il proprio nome
rispondere ai richiami
saper ubbidire
lavorare da solo ed in piccoli gruppi
osservare e riconoscere i colori della realtà
sviluppare la coordinazione fine ed il coordinamento oculo-manuale
colorare dentro i margini
usare le lettere come gioco e copiare qualche parola (esercizi di grafismo)
ricostruire puzzle di 8-10 pezzi
riconoscere ed usare il ritmo
3 – ordinare e collocare nel tempo fatti ed eventi
riconoscimento delle sequenze temporali (prima, ora, dopo)
comprendere la successione ciclica del tempo: giorno, settimana, mese, stagione, anno
cogliere la contemporaneità dei fatti
ordinare e collocare nel tempo fatti ed eventi
recupero della storia personale
ricostruzione della storia familiare
strutturazione del valore della quotidianità attraverso la creazione di un diario dove ricordare gli accadimenti personali, le piccole storie dei compagni e della scuola, gli avvenimenti sportivi (le vittorie e le sconfitte) e sociali (gli artisti, i personaggi, i punti di riferimento, le località di villeggiatura o mete turistiche)
valorizzazione delle date da ricordare
4 – orientarsi nello spazio
prendere coscienza che i corpi occupano uno spazio
sviluppo del senso spaziale
riconoscere la propria posizione rispetto agli oggetti
topologia (sopra-sotto, dentro-fuori, ecc.)
conoscere i diversi ambienti dell’edificio scolastico
riconoscere la provenienza di un suono
5 – promuovere un’educazione motoria e socio-relazionale
riconoscere e denominare ciascuna parte del corpo
assumere posture su imitazione
attività ludico-educativa con cerchi
palle di diversa dimensione usate con le mani e con i piedi
cuscini
veli
attività sportive come basket
pattinaggio
ginnastica ritmica
gioco del pallone
attività ippoterapica
inserimento socializzante (gite, uscite con persone diverse, attività creative)
6 – considerare anche:
religione
spiritualità
esperienza del sacro (suo ruolo nello sviluppo, nella trasformazione e nella coesione del Sé)
USO ATTIVO DEGLI SPAZI RICREATIVI:
la ricreazione diventa, durante l’anno di “inserimento nella scuola” un tempo operativo importantissimo per cui il docente di sostegno deve essere sempre attivamente presente (sue ore di lavoro) per poter essere un costante punto di riferimento ed un aiuto a risolvere tutti i problemi che possono sorgere nella relazione con i compagni
USO ATTIVO DEL TEMPO MENSA:
stare a tavola insieme ai compagni diventa un momento educativo sia come spazio relazionale, che come possibilità per apprendere l’uso degli oggetti specifici; per questo motivo anche in questi tempi deve essere presente (rapporto 1/1) il docente di sostegno (sue ore di lavoro)
PREREQUISITI PER L’ACCESSO AL PRIMO ANNO DI CLASSE:
accesso alla produzione orale, scritta e grafica
accesso alla lettura
accesso alla matematica
memorizzazione
trasmissione di informazioni
esercitazioni e problem solving
tenuta sugli obiettivi
rispetto dell’ordine e degli ordini
VALUTAZIONE COLLEGIALE DEI RISULTATI NEL RISPETTO DEL METODO
che prevede:
“sapere” come costruzione personale basata sui vissuti e sulle esperienze;
apprendimento attivo e creativo che, quindi, é più supportato e guidato che prescritto;
partecipazione collaborativa, interattiva ed integrativa, basata sugli aspetti culturali, sociali e relazionali per favorire lo sviluppo cognitivo armonico.
B – a partire dal secondo anno si attua il vero inserimento nella classe cominciando a svolgere il programma ministeriale del primo anno del corso regolare. Il lavoro sarà eseguito dalle docenti curriculari con l’ausilio dell’insegnante di sostegno.